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Musiche per ristoranti

"Vespertine", il nuovo album dei This Will Destroy You

di Luigi Ippoliti / 18 giugno

Nell’area metropolitana di Los Angeles c’è Culver City. Qui svetta un ristorante che si chiama Vespertine.  2 stelle Michelin, chef Jordan Kanh. Fascia altissima, prezzi proibitivi. Uno di quei posti dove si parla di “esperienza”. L’edificio in cui si trova è uscito dal un sogno di un archistar, forme irregolari, architettura sperimentale: lo puoi trovare in una città futuribile, in un romanzo. In un museo. All’interno delle pareti, che sono delle enormi vetrate, la musica dei This Will Destroy You.

Vespertine, quindi, esiste in due momenti: quello specifico del ristorante in California e quello epurato dal suo spazio fisico originale e che è arrivato a noi. C’è differenza, dunque, tra i due? È un lavoro auto referenziale che si piega e si ripiega su sé stesso?

La questione sembra sfociare in un discorso che si lega al  mondo dell’arte concettuale, installazioni artistiche, e non prettamente con quello della musica. Due universi che qui, comunque, per forza di cose, devono incontrarsi.

Perché l’ascolto che possiamo chiamare impuro, quello con cui noi comuni mortali facciamo i conti,  sicuramente spiazza. Sto realmente ascoltando un lavoro dei This Will Destroy You? Vespertine è in tutto e per tutto un album ambient, un territorio mai esplorato con tanta dedizione dal gruppo di Austin. La questione legata al fatto che si tratti di musica fatta nello specifico per un ristorante (i nomi delle tracce sono “Kitchen“, “Dining Room“, “Rooftop” etc) è forte e chiaramente decisiva. Non può non influenzare l’esperienza immaginata, o non-esperienza.

Il post-rock degli esordi e il capolavoro omonimo This Will Destroy You, o quello sperimentale kraut/post rock dell’ultima fase, non ci sono: non pensiamo più ai lunghi crescendo stile Explosions in the Sky o a quelle scariche di rumore di Tunnel Blanket.

Con Vespertine ci troviamo più vicini ad altro. A Brian Eno, per esempio. E non è un caso. Ripensare a Music for Airports per capire Vespertine. L’idea di riempire i luoghi di musica, o ancora meglio i non-luoghi. Disegnare un’altra dimensione, cercando di andare oltre l’aspetto materiale della contingenza. I This Will Destroy You hanno certamente avuto lui e il suo lavoro in mente nella scrittura di questo ultimo album (esempio forse più lampante “Kitchen“). Sono molte infatti le somiglianze che li accomunano: più di concetto e di ambizione rispetto a un principio estetico. Perché da questo punto di vista, invece, ci ritroviamo negli intrecci sonori degli Stars of the Lid, in particolare “Their Refinement Of The Decline“. Il calore dell’ambient drone e la nostalgia di uno dei tanti futuri possibili.

Il viaggio dei This Will Destroy You ci porta a  vagare all’interno di un ristorante upper class della California, ma a lungo andare il discorso si espande, andando a raccontarci altro. Le varie stanze del Vespertine diventano quindi luoghi della mente, distese senza tempo. I This Will Destroy You, nel loro ennesimo mutare pelle, riescono ancora ad avere la meglio. Vespertine è un lavoro che, in definitiva, funziona a prescindere da Vespertine.

 

LA CRITICA - VOTO 7,5/10

Esperimento concettuale quello dei This Will Destroy You. Il post-rock fa spazio all’ambient. La loro musica per ristoranti è il viaggio struggente a Culver City, in California, nel Vespertine di John Kahn, 2 stelle Michelin.