Libri
La folle danza del talento
“Isla bonita” di Nicola Muscas
di Giuseppe Maria Marmo / 4 ottobre
Isla bonita. Amori, bugie e colpi di tacco (66thand2nd, 2021) è un romanzo inebriante, caldo, dal sapore apparentemente frugale. L’autore Nicola Muscas (uno degli scrittori selezionati per l’antologia di racconti sportivi Per rabbia o per amore, nata dalla collaborazione di 66thand2nd con effe) orchestra le parole con metodo riuscendo a rendere armoniosa la pur elaborata struttura narrativa. Il romanzo scorre con leggerezza, fa pensare a una sonata dal ritmo crescente, è come leggere uno spartito: RE-DO-LA-FA#; l’intelaiatura del testo ricorda La cumparsita, il delicato tango uruguagio. Una misurata danza, tragica e romantica.
Santiago Ramiro Rodríguez, detto El Gordo, è il protagonista principale, miccia e detonatore dell’intera storia. È un calciatore uruguagio di oltre trent’anni con una lunga serie di fallimenti alle spalle; uno svincolato illustre che nessuna società ha più il coraggio di mettere sotto contratto. Rodríguez, con la palla tra i piedi, sbalordisce chiunque, si muove, ondeggia, ubriaca i suoi avversari: è un genio, ma soffocato dalla zavorra del talento. Per lui gestire la fiducia che milioni di tifosi ripongono in un essere umano pieno di limiti, fatto di carne, muscoli, ossa e insicurezze, è solo fonte di sofferenza. Il calcio è stato la sua salvezza – o avrebbe potuto – ma purtroppo per il Gordo non esiste solo il rettangolo verde, anche nel calcio ci sono delle sovrastrutture, un universo corrotto e narcisistico capace di fagocitare tutto, distruggendo qualsiasi cosa, soprattutto l’indifesa ingenuità del puro genio. L’uruguaiano pur di imporre la propria libertà ha sperperato tutto, dissipato soldi, amore e talento, boicottando quello stesso mondo che l’aveva accolto. Le azioni hanno delle conseguenze e le sue lo hanno catapultato in un vortice di dissolutezza da cui gli è difficile uscire. Rodríguez, ormai trentacinquenne, è in rovina, ha divorziato due volte; beve troppo, pesa troppo, vive troppo. I debiti lo tallonano, deve molti soldi a gente losca, ed è costretto a nascondersi per non incappare negli scagnozzi di un famigerato malavitoso di Montevideo, El Carnicero. Nonostante tutto la povera Inés – sua nuova moglie che da lui aspetta un figlio – si sforza per amore di sopportare stoicamente le odissee del marito.
Il Gordo, però, è un uomo fortunato, il fato gli ha concesso una seconda possibilità. Firicano, un vecchio direttore sportivo fuori tempo massimo, originario di Napoli, dedito alle droghe pesanti e agli affari rischiosi, ha inspiegabilmente deciso di proporgli un contratto. L’idea è quella di riportarlo a Cagliari, nella pacifica Isla bonita che lo ha fatto fiorire, nella squadra che gli ha dato l’occasione di esordire nel calcio che conta. Il direttore, nel suo diabolico pragmatismo, vuole ricondurre a casa il figliol prodigo; immagina una presentazione in pompa magna: il ritorno del sudamericano irregolare sulla via della redenzione. Con questo tocco di follia Firicano vuole dimostrare ai suoi colleghi che è ancora in grado di compiere grandi imprese. Così, insieme a una piccola delegazione del Cagliari Calcio, si reca a Montevideo alla ricerca del Gordo. Il ds porta con sé Aresu, un giovane e insicuro addetto stampa che nel corso della narrazione avrà il tempo di conoscere meglio sé stesso e le irregolarità del calcio, e Morelli, il medico della squadra, un gigante dal cuore gentile incapace di prendere decisioni importanti, braccio destro del collerico mister Tagliaferro.
Il romanzo comincia in medias res, il Gordo ha accettato l’offerta di Firicano, il campionato è iniziato da poco e l’uruguagio sta già creando non pochi problemi all’allenatore, che avrebbe preferito un giocatore di corsa, meno talentuoso ma più giovane. Morelli ha l’onere di gestire gli eccessi di Rodríguez e diviene ben presto suo amico e angelo custode, mentre Aresu deve mentire il più possibile per provare a sedare i numerosi pettegolezzi che riguardano il nuovo acquisto.
Muscas è in grado di muoversi con personalità in un universo narrativo variegato, e crea dei personaggi divertenti, arguti, grotteschi e con una ricchissima vita emotiva, i quali si barcamenano tra le miserie della vita mentre il caos portato dall’anarchia del protagonista li compromette tutti. Firicano è un personaggio iperbolico, cinico ma allo stesso tempo altruista. Un uomo risoluto capace di trovare sempre l’espediente migliore per risolvere i suoi problemi, tanto che – grazia a delle amicizie poco raccomandabili, che comprendono cartelli della droga e poliziotti della DEA corrotti – riesce persino a liberarsi del pericolosissimo Carnicero.
Il romanzo è un poliedro di personalità diverse ma coincidenti: lo stesso Morelli che sembra fare sempre la cosa giusta si scopre, nonostante le apparenze, non troppo dissimile dal ribelle Rodríguez. Sono entrambi incapaci di controllare le proprie vite e i propri sentimenti e Morelli, grazie alla incoraggiante estroversione del Gordo, trova il coraggio di osare, sperimenta così il piacere del rischio innamorandosi di Laura, giovane ambiziosa giornalista cagliaritana.
L’autore mischia generi diversi, va dal romanzo calcistico alla commedia umana passando per il crime. Racconta di risse, amori disperati, gol mozzafiato, una folle corsa per un posto in Champions e avventurosi imprevisti. Il tempo della narrazione è il presente, ma Muscas attraverso l’arguto montaggio del testo dà la possibilità al lettore di muoversi tra il simultaneo e il passato con una ben regolata disinvoltura. La trama è una rocambolesca ricerca di ordine nel complesso tumulto esistenziale dei protagonisti. Ma più che per la trama il romanzo sorprende grazie alla scrittura. L’autore utilizza linguaggi e generi diversi che variano a seconda dei personaggi, e questo rende la narrazione particolarmente realistica e in alcuni casi esilarante: addirittura l’italiano spagnoleggiante di Rodríguez restituisce la musicalità latina propria dei sudamericani che si accingono a parlare nella nostra lingua. La vera sorpresa quindi non è negli argomenti trattati, che seppure siano interessanti e ben concepiti restano privi di altissimi colpi di scena, a stupire è la qualità stilistica e tecnica di Muscas, che al suo esordio riesce a coinvolgere il lettore orchestrando un romanzo che trova il suo punto di forza nella scrittura e nella struttura più che nella storia.