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Libri

“Il giovane Holden” di J.D. Salinger

di Gianni Tetti / 17 ottobre

Intanto Il giovane Holden non si intitola Il giovane Holden ma si intitola The Catcher in the Rye, che vuol dire: «Quello che salva i bambini, prendendoli un momento prima che cadano nel burrone, mentre giocano in un campo di segale». E vacci a capire qualcosa, però mi sembra un titolo molto più bello. Ma anche Il giovane Holden è un bel titolo alla fine. E ci sarebbero potuti essere altri cento titoli diversi e belli uguali e cose così. Comunque lo sanno tutti che l’ha scritto J.D. Salinger. E tutti sanno che J.D. Salinger dopo non si è mai fatto vedere in pubblico. E questo è un peccato. Quando ho letto il libro la prima volta avevo sedici anni. Come Holden. Avevo una sorella di dieci anni, come Holden, e un fratello morto tanto tempo prima, come Holden. Insomma quando ho letto Il giovane Holden pensavo che J.D. Salinger l’avesse scritto per me, il suo libro. Poi ho capito che l’aveva scritto per una marea di gente. E mi piaceva proprio, questo giovane Holden Caulfield a spasso per la città di New York. E un giorno o l’altro vorrei andarci a New York. Allora, Holden racconta quello che gli è successo, e non dice molto di più. Ma quello che gli succede basta. Dice non scrive. Perché Holden racconta e tu devi ascoltare, non leggere. Allora Holden è un bravo ragazzo e tutto ma non ha voglia di studiare e così lo bocceranno. Lui se ne va da scuola tanto lo cacciano. Ma è la quarta scuola da cui lo cacciano e questo è un problema. Perché se lo scoprono i genitori si incazzano. Allora Holden sembra uno a cui non frega un cazzo di niente. E invece non è così. A Holden gli interessa di tutti. Soprattutto dei suoi. E gli sembra che il mondo sia un po’ finto, anche se non lo conosce neppure bene. Però si fa i suoi giri. Prende le sue fregature eccetera. Incontra vecchi amici, fa piangere una tipa. E va a trovare la sorella Phoebe, per parlare. E quando se ne sta per andare all’Ovest per trovare un lavoro e mettere su famiglia, Holden cambia idea. E torna a casa. E forse a settembre si rimette a studiare, ma chissà.

Quando ho letto questo libro l’ho capito tutto, subito. Perché è un libro limpido, che ha la semplicità dell’acqua. E forse J.D. Salinger si è spaventato perché tutti capivano. E tutti sapevano di lui perché dentro Holden c’era soprattutto lui. E allora non ne ha quasi voluto più sapere di vedere altra gente e di pubblicare altri libri. E questo è un peccato. Ma insomma, Il giovane Holden ha cambiato la mia vita di lettore. Perché dopo un libro del genere, se ti è piaciuto, non torni indietro a certa robaccia. Ha cambiato la mia vita di ragazzo. Perché tutto mi è sembrato più semplice, e io sentivo di sapere davvero qualcosa in più. Ero cresciuto. Come Holden.


(J.D. Salinger, Il giovane Holden, Einaudi)