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“Coi binari fra le nuvole” di Riccardo Finelli

di Sergio Baiocchi / 31 gennaio

C’era una volta la «Transiberiana d’Italia», la linea ferroviaria che, all’interno del macrocosmo della Pescara-Napoli, la «Napoletana», collegava Sulmona con Carpinone e poi Isernia. Un frammento di strada ferrata importante per la sua storia – genti varie partirono da queste terre per emigrare in America – e per la sua bellezza paesaggistica – la Majella è giusto lì di fianco a controllare. C’era una volta, dicevamo, perché dal dicembre del 2011, in anticipo di quasi un dieci mesi dal compimento del suo centoventesimo anno di vita – la linea era infatti stata inaugurata il 18 settembre 1892 – la Regione Abruzzo ha deciso di “fossilizzarla”, sostituendola per intero con il servizio bus.

Coi binari fra le nuvole (Neo Edizioni, 2012), di Riccardo Finelli, è la cronaca di un viaggio clandestino lungo questa tratta nel cuore dell’Italia, tra Abruzzo e Molise. È il diario di coloro che non si sono dati per vinti, che hanno voluto ripercorrere a piedi i 120 chilometri e le 320 mila traversine della Sulmona-Carpinone.

Viaggio clandestino, perché lo sanno tutti che è vietato camminare tra i binari, ma poco importa a Riccardo e al suo amico d’infanzia Stefano Cipriani – che ha curato l’introduzione al libro. Così, convinti e testardi, i due decidono di intraprendere il percorso a piedi, calcolando un tragitto della durata di quattro giorno per circa dieci ore di cammino al dì, che finirà per avere le seguenti tappe: primo giorno da Sulmona a Campo di Giove; secondo giorno da Campo di Giove e Afedena; terzo giorno da Alfedena a Cerreto di Vastogirardi; quarto giorno da Cerreto di Vastogirardi a Carpinone. Lungo la strada fioccano gli incontri: con Emanuele, «istruttore di orienteering, sulmonese»,  con Liborio, «per trent’anni macchinista sulla linea e per venti sindaco o vicesindaco di Campo di Giove», e ancora con Walter, il ferroviere del casello sulla via per Castel di Sangro, fino al capostazione di Carpinone, colui che sancirà involontariamente il raggiungimento della meta.

«Già, perché? Saranno i quattro giorni di viaggio, densi di vita e ricordi. Sarà la stanchezza allucinante […] Ma adesso il perché di tutto questo me lo sto chiedendo anch’io. Per turismo? Per un ultimo saluto alla linea da viaggiatore romantico? Per protesta verso la colossale indifferenza a cui è stata abbandonata la ferrovia? […] Per testardaggine? Per amore? Forse per tutto questo assieme…»

Coi binari fra le nuvole è la storia di questo viaggio sentimentale tra le nuvole, appunto, che ha il sapore di una storia di casa nostra, di quello che è il nostro paese, che è sempre qui davanti ai nostri occhi con le sue meraviglie e la sua disarmante bellezza, nonostante spesso lo si ignori o ci si ostini a sconfessarlo. Insomma è un libro, questo di Riccardo Finelli, che può far bene all’anima. Davvero.


(Riccardo Finelli, Coi binari fra le nuvole, Neo Edizioni, 2012, pp. 176, euro 13)