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Musica

“The Green Dot EP”: a tu per tu con Viva Lion!

di Tommaso Di Felice / 18 marzo

Se negli scorsi giorni non ne avete avuto abbastanza di conclavi, preti e vescovi, noi oggi vi presentiamo un Cardinale che si sta facendo rapidamente strada nell’ underground musicale, in Italia come negli States. Il suo nome è Daniele Cardinale, in arte VIVA LION!. Attivo da tempo nella scena indie/rock romana, nel 2009 lascia il Belpaese e si trasferisce in Canada, avvicinandosi al genere folk: questo importante passaggio darà un tocco più intimo e introspettivo alla sua musica. L’anno seguente entra nella grande famiglia di Cosecomuni, l’etichetta dei Velvet (si, proprio loro), mentre nel Settembre 2012 parte per un tour californiano con Claudio Falconi, chitarrista dei Grannies Club. Il 25 Gennaio 2013 esce The Green Dot Ep, ep d’esordio da gustarsi in serate uggiose e solitarie, un gran bel lavoro fatto di avvolgenti e morbide melodie, insomma “intimate music for livingrooms and tiny clubs”. Forse abbiamo detto troppo, sentiamo VIVA LION! cosa ha da dirci.


Daniele, parlaci di come sei entrato in contatto con la musica e cosa rappresenta per te.

Ho iniziato a suonare presto, a 13 anni, ma fin dai primi mesi di vita ho ascoltato musica. Raccontano i miei che appena nato non riuscissi a dormire e che rimanevo tranquillo solo accanto al giradischi. La musica è una forma espressiva, per quanto mi riguarda sia “outbound” che “inbound”, nel senso che la vivo come comunicazione verso l’esterno ma anche come momento di riflessione personale.
 

È uscito The Green Dot Ep, il tuo primo lavoro. Come nasce e cosa contiene?

È un concept album su un rapporto a distanza vissuto tra Roma e Los Angeles, è un disco per lo più folk suonato con chitarra acustica e voce e arricchito discretamente con poche elettriche, banjo, tastiere e percussioni ricavate da mani e piedi che battono il legno del pavimento dello studio. È autobiografico, nato da un periodo vissuto in Canada e cresciuto quando facevo avanti e indietro con la California.
 

Il disco contiene 5 brani, in ognuno di essi collabori con un artista. Ogni pezzo sembra una riflessione molto intima.

Come dicevo è autobiografico e, in effetti, è decisamente intimista. Ogni ospite ha arricchito i brani: Velvet, che lo hanno anche prodotto, Roads Collide, il giramondo Gipsy Rufina e l’americana Megan Pfefferkorn.
 

Anche tu fai parte del roster di Cosecomuni. Come ti trovi all’interno di questo ambiente?

Frequento Cosecomuni da dieci anni, ho un rapporto di fratellanza con chi ci lavora. Ci capiamo perfettamente e durante le registrazioni ci siamo divertiti moltissimo.
 

Roma, Canada, Stati Uniti. Cosa rappresenta per te il viaggio e quanto è legato il viaggiare alla tua musica?

Viaggiare è diventato una necessità. Mi manca terribilmente quando resto fermo per troppo tempo (per troppo intendo anche tre mesi!). Ogni viaggio è una scoperta e il tempo che ho vissuto in Canada e poi in California ha segnato profondamente quello che sta diventando Viva Lion!
 

A questo punto, non possiamo non chiederti dove suonerai nei prossimi mesi.

Stiamo organizzando il ritorno negli Stati Uniti a giugno, e intanto suonerò in Italia. Ad aprile mi hanno invitato a Londra per un house show, una dimensione che amo particolarmente.
 

(VIVA LION!, The Green Dot Ep, Cosecomuni, 2013)