Flanerí

Musica

“Trouble Will Find Me” dei National

di Alessio Belli / 27 maggio

I National sono così bravi da metterti in difficoltà. Anche stavolta, con l’uscita del loro ultimo album, Trouble Will Find Me, uno cerca di trovare un difetto, qualcosa che non torni, eppure niente. Scorrendo autorevoli articoli di critica musicale, ho notato con piacere come anche i più intransigenti – di fronte a tale bellezza – sorvolassero persino sull’aspetto più dibattuto degli ultimi National, da Boxer in poi, ovvero l’essersi “adagiati” su una posizione vincente. Se High Violet rendeva ancora più lampanti e mirabili i pregi della più importante indie band del mondo, con Trouble Will Find Me siamo sempre in quei paraggi. L’ultima fatica del gruppo è un lavoro di mestiere, fermamente saldo nelle capacità dei musicisti, capace ancora una volta di produrre una lista di canzoni davvero stupende. Più che sperimentare o scegliere nuovi percorsi compositivi, i cinque dell’Ohio hanno confermato a pieno il loro sound. Se questo scontenta qualcuno, pace: dinanzi a questa bellezza, ci si sente in armonia con il mondo.

Ci sono sicuramente degli aspetti interessanti da notare in Trouble Will Find Me, molti dei quali ruotano attorno al leader Matt Berninger. Mai come in questo disco (il cui titolo è già un indizio) la sua voce baritonale ed emotiva suona colloquiale, dimessa, quasi depressa. I suoi testi, arrivati in passato a livelli poetici notevoli, adesso sono più una confessione, una chiacchierata confidenziale fatta con l’amico-ascoltatore. Una sottotrama di ossessione e di rimpianti lega e scalfisce le canzoni. Dai demoni della seconda traccia, alla Jenny che appare in più di un brano. L’eventuale tormento di Berninger non toglie nulla a livello qualitativo, anzi, rende le canzoni una perla unica. Come l’apertura di “I Should Live in the Salt” e il ritornello della successiva “Demons”: «Io rimango giù, con i miei demoni».

Di seguito, una inedita drum machine e gli archi sostengono la magnifica “Don’t Swallow The Cup”. Dopo la lenta e dolente “Fireproof”, ecco un uno-due che ti fa capire la grandezza dei National: “Sea of Love”, coinvolgente e irresistibile (correte subito a vedere il video!), e la struggente “Havenfaced”, dove i toni di Berninger arrivano direttamente al cuore dell’ascoltatore. Cosa che avviene per tutti gli altri brani, del resto: dalla commuovente “I Need My Girl” a “Pink Rabbits”, passando per “Slipped”, che all’interno contiene il verso capitale di Trouble Will Find Me: «I got a trouble in my skin / I try to keep my skeletons in».

Trouble Will Find Me è l’ennesimo grande disco di quella che ormai da qualche anno è la miglior band in circolazione. Per i cambiamenti o i rinnovamenti c’è tempo (o forse no, viste le ultime dichiarazioni di Berninger), ma alla luce dei fatti, criticare una musica così bella è un crimine.


(The National, Trouble Will Find Me, 2013, 4AD)