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“Hamletelia” di Caroline Pagani

di Federica Imbriani / 17 ottobre

Una notte di luna piena, un cimitero dimenticato, l’aria densa di nebbia. Ophelia si sveglia sulla terra nuda della sua tomba e inizia a chiacchierare. È Hamletelia, scritto, diretto e interpretato da Caroline Pagani, e andato in scena al Teatro dei Conciatori di Roma dall’8 al 13 ottobre.

 Ci sono due modi di mettere in scena Shakespeare: tromboneggiare e far starnutire il pubblico a causa della polvere che si solleva da pagine vecchie di quattrocento anni, oppure indagare ogni parola, ogni carattere e ogni respiro dei personaggi immortali dell’autore di Stratford-upon-Avon fino a ridare vita, luce e anima a ogni maschera.

Caroline Pagani riesce nell’impresa di scegliere un personaggio minore – «Mi hai dato un ruolo da comparsa!»  – di una delle più famose tragedie del mondo, Amleto, e renderlo il protagonista di uno studio linguistico e scenico interessante, oltre che divertente. Grazie al sapiente utilizzo della lingua originale dell’opera, resa comprensibile al di là del senso letterale di ciascun termine, grazie alla caratterizzazione fisica di ciascun comprimario – esilarante il suo Amleto durante la scena del convento – e grazie a una presenza scenica e un’energia coinvolgenti, la Pagani ci presenta un’Ofelia inedita. Un po’ ingenua, un po’ saggia, un po’ sensuale, un po’ casta. Spessa, densa.

Ofelia si racconta. Approfitta della calma del cimitero e dell’aiuto che un po’ di rosmarino le dà per la memoria, per raccontarci di nuovo, da dietro le quinte della tragedia, il principe di Danimarca, il castello di Elsinor e le ingiustizie che le sono toccate. Sì perché in vita Ofelia è stata abusata, è stata costretta al silenzio, è stata schiacciata prima dal padre, poi dal fratello e infine da Amleto, è morta troppo presto ed è stata marchiata, in morte, con la “lettera sbiadita” della debolezza e della frigidità, senza riuscire nemmeno a esprimersi come una vera e propria eroina tragica. Che almeno fosse valsa la pena di tanto soffrire per trasformarsi in un’icona al pari di Cleopatra, Desdemona e Giulietta!

Tanto è brava la Pagani ad approfondire il tragico che, insieme ai costumi e agli oggetti di scena, sapientemente nascosti sotto la terra bruna che compone la scenografia, riesce a tirare fuori una irresistibile comicità che spezza la tensione di un’ora e mezza filata di monologo. Consigliatissimo da chi scrive, Hamletilia si fa inseguire lungo lo stivale tornando in scena a Milano e Napoli.


Hamletelia
scritto, diretto e interpretato da
Caroline Pagani
Regia di Caroline Pagani

Prossime date:
Milano – Teatro Tertulliano dal 16 al 20 ottobre
Napoli – Teatro Elicantropo dal 28 novembre al 1° dicembre