“Il rifugio” di S.A. Bodeen

di / 21 aprile 2011

Che fare se la persona che dovrebbe salvare la vita della sua famiglia diventa quella da cui difendersi?
È quello che si chiede, a un certo punto, Eli, il protagonista e “Io” narrante del romanzo d’esordio della scrittrice statunitense Stephanie Bodeen, Il Rifugio, vincitore già di numerosi premi e riconoscimenti da parte di associazioni specializzate nella letteratura per ragazzi, tra cui l’ALA nella sezione Young Adults.
A mano a mano che i fili della trama claustrofobica di questo thriller fantascientifico si addipanano, il pericolo diventa sempre più qualcosa di impalpabile e onnipresente, qualcosa di sinistro e familiare contro cui non vale il coraggio.
Equilibri, fatti e ruoli iniziano a incrinarsi con inquietante facilità.
Le uniche certezze che si possiedono cominciano a crollare. La fiducia nel prossimo si sgretola come argilla.
In un futuro non molto lontano, il padre miliardario e titolare di un’azienda informatica, Rex Yanakakis, per salvare la moglie, i figli, Eli e Eddy, e le figlie, Terese e Lexie, dalla minaccia nucleare, fa costruire un rifugio sotterraneo in un luogo imprecisato degli Stati Uniti. Al momento dell’attacco, però, qualcosa va storto durante la fuga. Eddy, il fratello gemello di Eli, e la nonna rimangono fuori. Tutti pensano che siano morti insieme al resto del mondo.
Il Rifugio è attrezzatissimo, pieno di comfort e ipertecnologico e contiene una quantità di scorte tali da garantire la sopravvivenza per 15 anni. L’entrata avviene quando Eli aveva 9 anni, ma l’azione si svolge a 6 anni di distanza dall’evento. In questi anni la famiglia Yanakakis si abitua a vivere in un «microcosmo in cui le cose non si allontanano mai dalla norma», portando avanti una recita assurda. Non sono felici e ben presto la routine meccanica e la vita artificiale entrano in crisi. Ciò avviene quando il cibo comincia a scarseggiare.
Possibile che il geniale Rex abbia fatto male i calcoli?
Il giorno del suo compleanno Eli trova il coraggio di entrare nella stanza che sarebbe stata destinata al fratello e lì fa una prima scoperta che lo porterà gradualmente a cambiare l’opinione che ha del padre e a scoprire che il piano da lui organizzato presenta ambiguità e contraddizioni. L’uomo, infatti, diventa sempre più irrazionale. Nel ragazzo si insinua così il dubbio che stia nascondendo loro qualcosa.
Così in un crescendo di suspanse, il ragazzo comincia a investigare. Ricordi, sapori e odori del passato tornano nella mente come pezzi di un puzzle da ricostruire in fretta, perché ne vale la vita o la morte dei propri cari.
La Bodeen riesce a gestire con maestria lo svelarsi dei misteri di un progetto di vita “altrove”, dando luogo a una lettura scorrevole e asciutta quanto basta per tenere il lettore incollato alla pagina. È poi di sorprendente attualità la tematica del pericolo nucleare, nonché il riferimento alla clonazione umana (però non svelo come entra nel racconto per non togliere ai futuri lettori il piacere di provare lo stupore agghiacciante da me sperimentato). L’unica pecca che mi permetto di notare è l’improvviso e troppo precoce scioglimento della trama già a metà del libro: l’ultima parte è infatti troppo veloce. Nel complesso è un romanzo avvincente da consigliare al giovane pubblico cui l’autrice si riferisce.

   

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