“Amorizzazioni” di Suse Vetterlein

di / 17 luglio 2012

Ci sono gli asini che sbuffano e per protesta entrano in sciopero. Ma in realtà non parlano veramente perché lo fanno solo nelle favole o nei cartoni animati.
Ci sono le mucche che non ruminano più e che quindi non producono più latte, portando alla chiusura della Ciocchindustria e gettando il paese in una «grande e profonda crisi crash economico culinario tipo inflazione galoppante anti-boom», perché un «Signore Scienziato» è venuto ad Alpo a spiegare alle vacche il meccanismo del ruminare: «In fondo non fate altro che vomitare. O rigurgitare». E allora che schifo! Meglio tentare una dieta alternativa e magari più salutare visto che i prati sono diventati ormai rari e spelacchiati. Perché non assaggiare il pesce? E chi se ne frega se l’aquila marina si arrabbia.
Ci sono poi le pecore che hanno escogitato un nuovo modo per accoppiarsi: si spogliano del loro «pelo-di-pecora», perché, come gli esseri umani, vogliono «vedersi anche nudi, per sentire la pelle liscia e morbida».
Questo è il mondo surreale di Amorizzazioni della giornalista e traduttrice tedesca Suse Vetterlein, edito dalla piccola casa editrice siracusana Verbavolant Edizioni. È un libro scoppiettante e irriverente. L’autrice dà il meglio di sé nella satira sociale e d’ambiente mettendo a nudo meschinità e ipocrisie e portando all’estremo i luoghi comuni, in un linguaggio originale e sregolato, a tratti infantile e clownesco, definito da Aldo Nove «iperpop» e «postpunk» nella prefazione, dove ne mette in luce il carattere irrisorio e provocatorio nei confronti del lettore.
Distopia che può far pensare a La fattoria degli animali di Gorge Orwell in chiave comico-grottesca, il romanzo della Vetterlein riflette in controluce i frammenti aguzzi e taglienti di una contemporaneità che chiama in causa il proprio rapporto con l’autorità e la scienza, la tecnologia e il progresso. Per cercare di risanare la grave situazione economica di Alpo, paese immaginario degli Alpi (praticamente il Sud Tirolo), viene mandato dal capo dello Stato un missionario dello sviluppo, una sorta di tecnico che potrebbe ricordare quello di nostra conoscenza. La sua proposta è quella di un ritorno al mondo arcaico pre-tecnologizzato, un «back to the nature» per attirare folle di turisti a cui vendere i prodotti locali (quali, poi si vedrà, magari un formaggio stagionato con una preparazione davvero gustosa…). Quindi niente tv e comodità varie. Gli alpigiani, però, si mostrano davvero pigri e molti non riescono proprio a rinunciare ai vantaggi della modernità.
Ad Alpo naturalmente c’è anche l’amore. Ed è veramente una storia dolce, vanigliosa e a tratti delirante (in senso buono) quella fra Maidy, la suonatrice delle campane che scandiscono il tempo nel paesino montanaro, e l’italiano Max ex Giampiero o Ermanno o Luigi, venuto in cerca di fortuna e che invece dell’oro vero troverà due trecce bionde come l’oro. Subito Maidy subisce il fascino del «nonconosciuto esotico» dai riccioli neri. Ma soprattutto se ne innamora «per il riflesso fibbiesco». Ci sarà così il «primo bacio italo-alpigiano della Storia».
Niente e nessuno sembrerebbe in grado di contrastare questo amore, neanche il cacciatore di frodo Toni, che tenta invano di conquistare Maidy. La ragazza albina, infatti, «sa perfettamente se uno recita o se invece uno è un vero stronzo stronzone che mai si potrebbe destronzare» (da leggere e rileggere è Il manifesto dell’amore vero di Maidy). E la crisi anche qui è dietro l’angolo. Ci sarà il lieto fine come in tutte le favole?
Se non ce la fate più a sentir parlare di spread, inflazione galoppante, corruzione, evasione fiscale nei toni melodrammatici di tv e giornali e vi va di riderci un po’ su, Amorizzazioni è il libro che fa per voi, proprio perché «Tutto non bene affatto per nulla niente zero boh».

(Suse Vetterlein, Amorizzazioni, Verbavolant, 2012, pp. 232, euro 13)

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