“La fine dell’altro mondo” di Filippo D’Angelo

di / 28 luglio 2012

La fine dell’altro mondo è il romanzo d’esordio di Filippo D’Angelo, edito da minimum fax per la collana nichel, dedicata alla narrativa italiana.

Il motore della storia è rappresentato da una ricerca letteraria che il protagonista, Ludovico, un ragazzo sulla trentina, sta svolgendo su un testo francese del Seicento, intitolato L’altro mondo. Ludovico è convinto di essere in possesso di un’importante scoperta su questo libro antico: il suo autore, Cyrano de Bergerac, ha ideato una molteplicità di finali possibili a L’altro mondo, finali che andranno accuratamente documentati.

Contemporaneamente però, sul piano della realtà del protagonista, si muovono anche una serie di mondi possibili. E così la scoperta sconcertante che il giovane fa relativamente alla sua ragazza aprirà una crisi che, complice anche una difficile relazione con sua sorella, lo porterà alla continua ricerca di risposte in altri rapporti. A questo punto la narrazione procede come un vortice, un susseguirsi frettoloso di azioni. Si viene immersi completamente nella realtà di Ludovico, sembra di poter annusare il fumo delle sue innumerevoli sigarette e di assaporare l’alcool che è ingerito da lui a fiumi e assunto come fosse una medicina. Una realtà appannata dunque, rabbia repressa e violenza, che prima o poi dovranno pur sfociare.

Uno scorrere continuo a cui infine viene messo un punto e che comporta la perdita di un mondo e l’inizio di un altro.  Il G8 di Genova, il massacro alla Diaz e, per finire, il crollo delle Torri Gemelle sono gli altri “protagonisti” silenziosi del romanzo, su cui l’autore in maniera discreta ruota continuamente attorno e su cui ridesta l’attenzione a dieci anni di distanza.

Con questo romanzo D’angelo non tenta di ricostruire una cronaca, ma tenta una narrazione più intimista e personale. Fatti che senza dubbio si possono definire epocali sono riproposti attraverso una visione soggettiva, che dà modo ai lettori, soprattutto a quelli appartenenti alla stessa generazione dell’autore, di riconoscersi e di immedesimarsi, e così di rispolverare anche un po’ la memoria.
 

(Filippo D’Angelo, La fine dell’altro mondo, minimum fax, 2012, pp. 329, euro 15)

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