“Before Midnight” di Richard Linklater

di / 1 novembre 2013

Terzo episodio della serie firmata Richard Linklater dedicata all’evoluzione dell’amore nelle varie fasi della vita con Ethan Hawke e Julie Delpy ancora una volta nei panni dei protagonisti. Jesse e Celine si erano conosciuti su un treno diretto a Vienna (e questo è Before Sunrise – Prima dell’alba, il primo) nel 1994. Lui era un giovane giornalista degli Stati Uniti, lei una parigina di ritorno a casa. Lui l’aveva convinta a scendere nella capitale austriaca e lì avevano passato la notte a passeggiare e parlare, prima di separarsi all’alba. Dieci anni più tardi (e siamo a Before Sunset – Prima del tramonto, il secondo) Jesse è diventato un famoso scrittore di romanzi. È a Parigi per presentare il suo ultimo romanzo, ispirato a quella notte viennese. Tra il pubblico c’è Celine. Non si sono più visti né sentiti dopo quella notte, ma si è riconosciuta nel libro. Alla fine della presentazione i due passano un nuovo giorno a parlare. Hanno delle vite, altrove, ma in quel momento non importa. Passano altri dieci anni (e arriviamo a Before Midnight), è estate, Jesse è in un aeroporto greco con suo figlio in partenza per gli Stati Uniti. Deve tornare dalla madre, anche se preferirebbe rimanere in Europa con il padre, ma i giudici non lo permettono. Ad aspettare Jesse, fuori dal terminal, c’è Celine con le loro due gemelle che dormono in macchina. Si sono messi insieme, hanno costruito una vita a Parigi, lontano dal figlio avuto dal precedente matrimonio di Jesse, e ora sono in vacanza nel sud del Peloponneso ospiti di un anziano scrittore greco ammiratore del lavoro di Jesse. Durante una notte che si doveva presumere romantica, lontano dalle figlie grazie a un regalo di amici, i problemi tra i due – vivere ancora a Parigi o tornare a Chicago, il figlio lontano, il lavoro di lei, i romanzi di lui che parlano troppo di loro, gelosie ricattatrici e incomprensioni varie – vengono fuori tutti insieme costringendoli a fare i conti.

Non è giusto parlare di seguito per Before Midnight perché con i due film precedenti non va a formare una trilogia ma più omogeneamente una storia sviluppata, per ora, in tre capitoli. Sono tre momenti distinti di una storia d’amore: l’innamoramento, la scelta di amare, le conseguenze della scelta. È un tentativo unico nella storia del cinema, forse paragonabile, ma appena, al Lelouch di Un uomo, una donna vent’anni prima e dopo. I personaggi di Linklater crescono con gli attori, anche autori della sceneggiatura con il regista, e infatti Before Midnight è il più maturo dei tre film. Sarà perché tratta tematiche adulte, sarà perché sono cresciuti gli autori, ma più degli altri due capitoli riesce a fornire uno spaccato autentico della vita di coppia, quando alla curiosità del conoscersi è subentrata ormai l’abitudine della conoscenza.

Rispetto ai due precedenti capitoli, Before Midnight si apre a una dimensione corale nella casa dello scrittore greco, dove Jesse e Celine confrontano con gli altri ospiti le varie idee della vita di coppia di cui ognuno è interprete: i giovani fatalisticamente rassegnati all’inesistenza di sentimenti eterni, la coppia che finge odio reciproco ma condivide amore, il vecchio artista che ha sempre vissuto in libertà il sentimento con sua moglie.

È però concentrandosi sui personaggi di Hawke e Delpy che viene fuori la natura quasi antropologica del film. Linklater si limita a piazzare la telecamera (il long take che riporta la famiglia dall’aeroporto a casa) o a seguire i suoi attori registrandone i dialoghi privati, con un realismo assoluto. È così, intrufolandosi nella dimensione intima della camera d’albergo, che si delinea il ritratto di una coppia che non si comprende, una coppia come tutte le altre con i suoi problemi che sembrano così unici ed enormi nella loro normalità da risultare persino banali allo spettatore.

Malgrado la tematica della possibile crisi farebbe pensare a un’inclinazione drammatica, i dialoghi sono forse i più brillanti dei tre capitoli, con momenti da screwball comedy passata per il filtro della contemporaneità. I dialoghi colti e (eccessivamente) disinvolti in materia sessuale di Jesse e Celine, ma anche degli altri personaggi, hanno un che del Woody Allen delle commedie romantiche migliori.

È un cinema semplice che a tratti, quando le vite e i lavori comunque particolari dei protagonisti rimangono sullo sfondo, sa rappresentare la realtà, anziché imitarla, il che non è poco.

(Before Midnight, di Richard Linklater, 2013, commedia drammatica, 109’)

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