“Edge of Tomorrow – Senza domani” di Doug Liman

di / 30 maggio 2014

Ha trovato una nuova giovinezza nel cinema di fantascienza, Tom Cruise. Dopo Oblivion e i quasi trecento milioni di dollari di incasso in tutto il mondo, torna con Edge of Tomorrow, ennesima – solo all’apparenza – battaglia finale per la Terra contro gli invasori.

Ci sono gli alieni, i Mimic, che hanno conquistato quasi tutto il mondo. Gli umani si sono organizzati in un esercito globale affidando a delle estensioni robotiche le loro speranze di combattimento. William Cage è un tenente dell’esercito statunitense responsabile delle pubbliche relazioni. Non è mai stato sul campo di battaglia, quando è iniziata l’invasione ha ricevuto la chiamata alle armi e ha sfruttato la sua conoscenza del marketing per ottenere un incarico di ufficio. Eppure per un equivoco finisce sul fronte, in prima linea, nella più importante battaglia che l’umanità deve affrontare lungo le coste francesi, dopo il grande successo conquistato da “l’angelo di Verdun”, il sergente Rita Vrataski che ha guidato l’esercito internazionale a un’inattesa vittoria pochi giorni prima. Dopo neanche cinque minuti dallo sbarco, Cage è già morto, dopo essersi fatto saltare in aria per eliminare degli alieni. È a quel punto che si risveglia al centro di reclutamento dove era iniziata la sua missione al fronte. Ogni volta che muore, e muore spesso, resetta il giorno e riparte da capo, dall’inizio dell’offensiva. Solo il sergente Vrataski sa cosa gli stia succedendo.

L’idea di coniugare Ricomincio da capo con Bill Murray con le affollate battaglie con invasori extraterrestri alla Starship Troopers sembra pura follia, eppure è quello che ha fatto Doug Liman, il padre cinematografico della serie di Jason Bourne, con Edge of Tomorrow. All’origine, a ispirare tutto, c’è il romanzo illustrato di Hiroshi Sakurazaka All You Need is Kill – e l’influenza manga si sente soprattutto nell’idea generale di sincretismo tra uomini e alieni, e nel finale ancora di più –, ma c’è molto altro che si somma al fumetto.

Una logica da videogioco, in primo luogo, attraversa tutto il film. La possibilità di Cage di ripartire sempre dallo stesso momento dopo ogni morte lo porta a sfruttare questa potenzialità come un punto di salvataggio, lanciandosi di volta in volta in tentativi per sviluppare i suoi piani e i suoi allenamenti. Dopo essere entrato in contatto con Vrataski, che come lui aveva condiviso il potere di ripartire da capo dopo uno scontro diretto con un Mimic, inizia un addestramento spericolato per arrivare al Mimic Omega, il centro nevralgico dell’invasione, coordinatore e demiurgo di tutte le forze aliene e salvare il pianeta. Le morti di Cage si susseguono una dietro l’altra, tra calcoli sbagliati, distrazioni e la spietata freddezza di Vrataski che ogni volta che lo vede in affanno o ferito lo finisce con un colpo in testa. È qui che subentra la dimensione comica, la sorpresa maggiore di Edge of Tomorrow, con Tom Cruise che riesce a costruirsi un ruolo, per lui, insolito di imbranato, come è nei fatti Cage, che si trova costretto a condividere un destino più grande di quanto mai avrebbe voluto.

È in questo incontro tra videogame e comicità che Edge of Tomorrow trova tutta la sua forza. La scrittura di Cristopher McQuarrie (I soliti sospetti, ma anche X-Men, Mission Impossible) evita con tutta la sapienza del mestiere il rischio ripetitività che la ciclicità del «vivi, muori, ripeti» porta inevitabilmente con sé fermandosi al momento giusto e lasciando sviluppare la trama con tutta la coerenza che un simile impianto narrativo rende possibile.

Intorno, c’è tutta la bravura degli attori, ovviamente in primo luogo Emily Blunt come Vrataski, ma anche il sergente Farell di Bill Paxton, così ostinatamente determinato nel suo militarismo, nel rimanere fermi nella stessa dimensione temporale mentre intorno a loro Cage cresce, cambia, anticipa e muta. Intorno, più in là, c’è Liman che si muove perfettamente tra paesaggi digitali e frenetiche scene di lotta.

Si guarda pure un po’ alla storia, con l’agguato sulle coste francesi che fa tanto sbarco in Normandia, e Parigi, per una volta, centro dell’invasione da liberare.

(Edge of Tomorrow – Senza domani, di Doug Liman, 2014, fantascienza, 113’)

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