“Nessuno muore”
di Luca De Bei

Sei gradi di disperazione

di / 15 maggio 2015

Si dice che il mondo sia piccolo e che a dividerci dal presidente degli Stati Uniti ci siano solo sei gradi di separazione. Luca De Bei deve essersi ispirato a questa teoria nel disegnare il piccolo mondo tragico all’interno del quale otto personaggi continuano a incontrarsi a coppie, percorrendo sentieri che si intrecciano strettamente e inesorabilmente.

C’è un ragazzo, convinto di essere in contatto con gli alieni, che è fidanzato con una ragazza seria e onesta il cui padre ha abusato della sorella la quale ora si droga e si prostituisce per pochi soldi nel parco, come quella notte in cui incontra un uomo inquietante, “il mostro” per la giovane editor di una casa di produzione televisiva e capo di un tormentato scrittore che è fidanzato con un poliziotto che una notte incontra per caso la terapista del ragazzo che è convinto di essere in contatto con gli alieni.

Ed è solo un modo per raccontare Nessuno muore, perché questa storia, tonda come una palla, potrebbe essere iniziata da qualunque altro punto, e riletta di nuovo, da capo, d’un fiato. È una bella storia, vera e grigia come le giornate d’inverno che iniziano male e finiscono peggio, quelle in cui il cielo è sporco e la luce sempre al neon.

Con una scenografia essenziale, ma ricca ed efficace, Nessuno muore è uno spettacolo originale e valido, sorretto dalla bravura del cast. Anselmi e Augenti, tra tutti, spiccano per la capacità eccellente di tratteggiare i personaggi loro assegnati. Il primo riesce a incarnare, pacato e realissimo, la mostruosa ultraviolenza che, in questo nostro presente freddo e impersonale, si incarna ora in fatti ora in parole non meno bestiali dei fatti. La seconda non avrebbe quasi bisogno di parlare per dare consistenza a un personaggio di disincantata forza e bellezza a cui è capace di offrire, oltre che la voce, anche la pelle, le ossa e i muscoli.

Nonostante ciò a Nessuno muore non si possono perdonare due difetti: da un lato, l’impalcatura scenica costituita da un susseguirsi di incontri intervallati dal buio che rendono l’opera poco scorrevole, evocatrice di atmosfere più televisive o cinematografiche che teatrali. Dall’altro, il finale che non rende giustizia all’impegno profuso per costruire una narrazione che rimane intensa e credibile fino alla fine. Fino al primo sbuffo di fumo dal retropalco.


Nessuno muore
Testo e regia di Luca De Bei
Con Andreapietro Anselmi, Maria Vittoria Argenti, Chiara Augenti, Michele Balducci, Federica Bern, Giulio Forges Davanzati, Alessandro Marverti, Arianna Mattioli

Roma – Teatro della Cometa dal 5 al 24 maggio

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LA CRITICA

Otto personaggi si incontrano sempre a coppie e, una scena alla volta, tessono l’arazzo di un presente triste e spaventoso in cui nessuno, suo malgrado, muore. Una scenografia essenziale ed efficace e un cast potente per uno spettacolo originale e valido.

VOTO

7/10

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