“In cerca di Transwonderland”
di Noo Saro-Wiwa

Una guida di viaggio atipica e sentimentale per turisti anticonformisti

di / 18 maggio 2016

Copertina di In cerca di Transwonderland di Noo Saro Wiwa Flanerí

Noo Saro-Wiwa è una professionista del viaggio: di mestiere scrive guide turistiche, ed è abituata a scandagliare i luoghi per preparare il terreno a successivi esploratori. In cerca di Transwonderland (66thand2nd, 2015) però è una guida di viaggio ben più ambiziosa e sfaccettata di qualunque manuale per vacanzieri, perché è insieme una scoperta e un percorso a ritroso, uno scavare in ricordi dolorosi e un osservare spazi familiari con occhi nuovi, su e giù per la Nigeria.

Noo, nata a Port Harcourt e cresciuta in Inghilterra, è figlia dell’intellettuale e attivista politico Ken Saro-Wiwa, impiccato nel 1995 durante il regime di Sani Abacha per essersi opposto alle multinazionali del petrolio. In cerca di Transwonderland, a cui è difficile attribuire un’etichetta precisa, è la fase conclusiva dell’elaborazione di un lutto e di un’identità inquieta. Per l’autrice, infatti, il ritorno in Nigeria dopo molti anni spesi in Gran Bretagna è un modo di riappacificarsi con un passato accantonato nell’oblio delle memorie infelici: «L’assassinio di mio padre recise ogni mio legame personale con la Nigeria. Nonostante l’assenza di pericoli reali, mia madre non mi obbligò più ad andarci, e del resto io non lo desideravo. La Nigeria era come un’ingovernabile macchina di dolore e divenne il ricettacolo di tutte le mie paure e delusioni; un luogo in cui gli incubi diventano realtà».

Il tempo, però, riesce a mitigare molto del risentimento nei confronti di un Paese per il quale (e a causa del quale) è morto il padre idealista. Noo decide quindi di concedere alla Nigeria una seconda occasione, e «un po’ esule rimpatriata e un po’ turista, con l’innocenza dell’osservatore esterno», si imbarca nell’impresa di visitare un territorio totalmente impreparato ad accogliere flussi turistici. Durante i suoi spostamenti, si scontra con molti dei vizi e delle manchevolezze che in passato avevano contribuito ad aumentare la sua insofferenza, bruciando di frustrazione di fronte all’incuria in cui versano le bellezze archeologiche e naturali di questa parte d’Africa, e provando rabbia impotente verso una corruzione politica pronta a risucchiare le speranze dei più volenterosi. Tuttavia, la vera rivelazione di questo viaggio fatto di ricordi e prospettive nuove sono i nigeriani: polemici, autoironici, positivi, confusionari, con una fede religiosa che li rende ottimisti nonostante le premesse sconfortanti e la capacità di mantenersi freschi e di buon umore anche tra la polvere, i gas di scarico e gli okada ronzanti.

Se da bambina le vacanze forzate in Nigeria – inasprite dalla mancanza di acqua corrente, televisore e elettricità – avevano fatto da deterrente ai tentativi dei genitori di rinforzare il legame della figlia con la terra natale, da adulta Noo impara a essere più indulgente verso i suoi difetti. Un Paese che nonostante i maldestri assemblaggi geografico-amministrativi britannici e i prosciugamenti delle risorse economiche da parte dell’Occidente riesce a mantenere l’equilibrio tra più di cinquecento gruppi etnici è un Paese che merita di essere perdonato per le sue negligenze. E l’eccessivo, sognatore, brillante e sanguigno Ken Saro-Wiwa aveva creduto talmente tanto nel suo potenziale da rimanere schiacciato negli ingranaggi di questo sistema impazzito pur di sostenerlo.

Per questo, alla fine di un viaggio che l’ha resa esausta ma ha saputo ammorbidirla, a Noo non resta che alzare le spalle e voler bene a questa Nigeria indisciplinata e ammaccata che, a dispetto di tutto, pullula di energia e di vita.

 

(Noo Saro-Wiwa, In cerca di Transwonderland, trad. di Caterina Barboni, 66thand2nd, 2015, pp. 336, euro 18)

 

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LA CRITICA

In bilico tra memoir, riflessione sociologica e guida di viaggio, In cerca di Transwonderland diverte e commuove raccontando il progressivo riconciliarsi con la Nigeria di una figlia della diaspora.

VOTO

8,5/10

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effe

“effe – Periodico di altre narratività” numero dieci

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