“The Nice Guys”
di Shane Black

di / 31 maggio 2016

The Nice Guys Poster italiano Flanerí

Il Festival di Cannes ha avuto uno dei suoi protagonisti inattesi nelle presentazioni fuori concorso. The Nice Guys, poliziesco ambientato negli anni Settanta con la coppia di protagonisti formata da Russell Crowe e Ryan Gosling ha avuto il consenso più o meno unanime nell’elogiare il film salutando il ritorno del regista e sceneggiatore Shane Black al suo cinema migliore.

Black è uno di quei personaggi che hanno avuto un ruolo importante nella storia del cinema contemporaneo (di un certo cinema contemporaneo, almeno), ma che la maggior parte del pubblico non conosce. Nel 1987, quando aveva ventisei anni e non era nessuno a Hollywood, riuscì a vendere un copione, il suo primo copione, incentrato su due poliziotti diversi che finiscono in squadra insieme sviluppando nel tempo un legame unico quasi alla padre e figlio. Quel film era Arma letale, uno dei titoli che più di ogni altro ha cambiato il cinema d’azione poliziesco della storia recente del cinema, contaminandolo con un umorismo scorretto che lo avvicina in più di un’occasione alla commedia vera e propria. In pratica ha contribuito a definire un sottogenere, il buddy movie, che ha avuto e continua ad avere un certo successo nel cinema statunitense.

Le cose, poi, per Shane Black sono andate in una maniera diversa da come lui stesso si aspettava. Per Arma letale aveva idee e programmi lontani da quelli degli studios (nel suo progetto il personaggio di Mel Gibson, Martin Riggs, doveva morire nel secondo film) che lo hanno portato ad abbandonare la serie e a sparire per un po’ dalla scena hollywoodiana in cui si stava affermando sempre di più come sceneggiatore. Nel 2005 aveva fatto un rientro notevole a Cannes, con esordio alla regia, con Kiss, Kiss, Bang, Bang, altro ibrido tra poliziesco e commedia, poi c’è stato Iron Man 3, il più introspettivo tra i cinecomic di casa Marvel, e ora questo ritorno indietro nel tempo con The Nice Guys.

Nella Los Angeles del 1977 un investigatore privato vedovo e alcolizzato si mette in squadra con un picchiatore con passato da poliziotto per cercare una ragazza scomparsa. La sparizione rientra in un giro molto più grande che coinvolge l’industria pornografica e quella delle automobili, risalendo ancora più su fino alle commissioni governative.

Va detta una cosa subito: della trama di The Nice Guys non si capisce molto. C’è una certa confusione nello script di Black (scritto con Anthony Bagarozzi) sui vari livelli di intrecci che legano i personaggi l’uno all’altro, sulle trame di interessi che legano i vari mondi. Insomma, non è che la trama del giallo si segua proprio con linearità. È evidente sin dalla primissima scena, del resto che non è la storia il punto principale del film.

The Nice Guys inizia con un ragazzino che si sveglia nel cuore della notte nella villetta di famiglia sulle colline di Los Angeles. Si intrufola nella camera da letto dei suoi mentre dormono e si porta via una rivista per adulti del padre. In cucina, mentre beve un bicchiere di latte, guarda sul paginone centrale la star del porno Misty Mountains. Sullo sfondo, intanto, fuori dalla finestra, si vede una macchina perdere il controllo, cadere giù per la collina e rotolare verso la casa. Su quella macchina c’è proprio Mountains, che il ragazzino trova nella stessa identica posa della rivista. Seguono le presentazioni dei due protagonisti, con Crowe che insegue un potenziale pedofilo e Gosling che si sveglia ancora vestito e ubriaco in una vasca da bagno.

C’è un certo gusto per l’esagerazione che attraversa tutto The Nice Guys. Sembra una versione ancora meno seria di Vizio di forma di Paul Thomas Anderson nel suo procedere complicato e nei suoi personaggi sbilenchi. Shane Black gioca con i generi, andando a stuzzicare i luoghi comuni del noir e le battute chiave dei duri cinematografici. Il gioco è quello di prendere una situazione di tensione e portarla in un’anticlimax per spiazzare lo spettatore. Il confine con il cinema demenziale è lì vicino, ma viene tenuto a debita distanza.

Con Joel Silver in produzione, come ai tempi di Arma letale, Black torna a quello che gli riesce meglio: costruire la chimica tra i protagonisti. Sono Russell Crowe e Ryan Gosling il doppio motore del film. Forti di un’intesa comica inaspettata, i due belli (forse ex bello per Crowe è più pertinente) si divertono nel ruolo degli stropicciati senza preoccuparsi di apparire irresistibili a tutti i costi. Sono due cretini, senza il minimo dubbio, e danno al film quel ritmo comico che è la sua forza più grande.

Due segnalazioni rapide: Crowe e Gosling sono bravi e divertenti, ma è soprattutto la giovanissima Angourie Rice, la figlia adolescente del detective di Gosling, a stupire; in un ruolo chiave secondario c’è Kim Basinger, che torna al noir (più o meno) quasi vent’anni dopo l’Oscar per LA Confidential, ancora una volta con Russell Crowe.

 

(The Nice Guys, di Shane Black, 2016, commedia, 93’)

 

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LA CRITICA

Trascinato dalla coppia comica inattesa formata da Russell Crowe e Ryan Gosling, The Nice Guys mischia i generi senza mai prendersi sul serio, riuscendo a mantenersi distante dal cinema demenziale puro senza rinunciare all’intrattenimento più semplice.

VOTO

7,5/10

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