Flanerí

Cinema

“Joy”
di David O. Russell

Jennifer Lawrence ancora con David O.Russell, ancora candidata all’Oscar

di Luca Silvestri / 5 febbraio

Per la terza volta consecutiva dopo Il lato positivo e American Hustle David O. Russell punta sul suo cast preferito: Bradley Cooper, Robert De Niro e la mattatrice Jennifer Lawrence tornano davanti alla macchina da presa del regista statunitense per raccontarci la storia di Joy Mangano, la donna che puntando solo su se stessa ha inventato oggetti che diamo per scontati nella nostra quotidianità ma che vedono dietro la loro creazione una storia molto più difficoltosa di quanto si possa immaginare.

Joy sin da piccola ha avuto un dono, un dono che può sembrare scontato per la maggior parte dei bambini ma sul quale lei ha deciso di incentrare la propria vita: l’immaginazione. Con un’infanzia difficile per il divorzio tra i propri genitori e una sorellastra che non ha mai troppo apprezzato questa sua dote, Joy finisce col crescere mettendo il suo talento per una vita di sacrifici e di stenti, in una situazione famigliare che non fa che peggiorare sempre più. Deve gestire una casa che cade a pezzi, due figli, la madre drogata di telenovelas ormai prigioniera della sua stessa stanza, il padre (Robert De Niro) umorale e proiettato a gestire la sua vita come gestisce la sua impresa e l’ex marito aspirante cantante chiuso nel seminterrato. L’unico aiuto quello della ormai vecchia nonna Mimi, la sola ad aver sempre creduto in lei sin da quando era una bambina. Non è certo facile riuscire a mantenere vivo quel suo fuoco dentro, in una vita come quella che si è vista costretta a vivere, ma le idee non conoscono freni e così Joy finirà per applicarle alla sua condizione di casalinga tuttofare inventando un oggetto per la casa che le risolva molti dei problemi pratici che ha riscontrato nel pulirla: un mocio autostrizzante e comodamente lavabile in lavatrice! L’idea c’è, ma il successo e la risoluzione dei problemi della sua vita sono ancora molto lontani e la aspetta una strada assurdamente complicata, tra incompetenti, traditori e truffatori; quello che neanche Joy sa però è quanta forza nasconda dentro di sé.

Con Joy David O. Russell, anche questa volta sia regista che sceneggiatore, punta tutto sul talento, che lui stesso ha aiutato a consacrare, di Jennifer Lawrence consegnandole un personaggio che è il perno di tutto il film, forte, grande, che occupa talmente lo schermo da rendere gli altri solo personaggi satelliti che le ruotano attorno. Ovviamente, l’attrice premio Oscar per Il lato positivo non delude il suo maestro regalandoci una performance emozionante e coinvolgente e portandoci immediatamente a fare il tifo per lei, un sentimento che cresce per tutto il film rafforzando il legame tra lo spettatore e il personaggio sempre di più man mano che il film va avanti e portandoci ad esultare ed arrabbiarci insieme a Joy davanti allo schermo.

Da Robert De Niro a Bradley Cooper, fino a Isabella Rossellini, nessuno è fuori luogo nelle loro piccole parti, riuscendo nel trasmettere quello che devono, ma i grandi nomi un poco deludono non risaltando molto più dei meno conosciuti Edgar Ramirez, Virginia Madsen o Elisabeth Rohm; rispetto ai precedenti lavori insieme, non arrivano a delle prestazioni altrettanto sorprendenti o riuscite e probabilmente il motivo di questo va ricercato nella sceneggiatura che non regala dei personaggi memorabili o accuratamente approfonditi (fatta eccezione ovviamente per Joy stessa) ma piuttosto degli sparring partner per la protagonista e nulla più. La regia non sorprende raccontando con semplicità e senza osare mai, stupendo molto meno dei film precedenti e limitandosi a seguire la storia del personaggio, ancora una volta, quindi, unica colonna portante del film sotto ogni aspetto. Non è un caso che l’unica candidatura agli Oscar ricevuta dalla pellicola sia proprio quella di Jennifer Lawrence come miglior attrice protagonista.

Un bel film sicuramente, dal messaggio importante e dotato di una carica incredibile tutta dovuta alla straordinaria Joy della Lawrence, ma anche un passo indietro in scrittura e regia per David O. Russell che, forse anche a causa del soggetto scelto, regala un film che vive della sua figura femminile e nulla più, deludendo chi si aspettava un film all’altezza dei suoi ultimi capolavori.

Una nota positiva va fatta per la colonna sonora, che come in ogni film del regista statunitense non delude ed è composta da un mix di grandi canzoni dell’epoca in cui è ambientato il film, che volenti o nolenti vi rimarranno in testa per qualche giorno.

(Joy, di David O. Russell, 2015, commedia, 124’)

LA CRITICA - VOTO 7/10

Jennifer Lawrence ci regala un personaggio incredibile e rende coinvolgente ed emozionante un soggetto che sulla carta potrebbe lasciare perplessi, meno sorprendente tutto ciò che le gira intorno, riuscito sì, ma senza andare troppo sopra la sufficienza.