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Musica

[Best 2019] Gli album

di Redazione / 31 dicembre

Cinque nomi stranieri, cinque nomi italiani. Divisione equa per cercare di dare spazio ai nostri album preferiti di questo 2019.

Tutto rigorosamente in ordine sparso.

 

 

 

Ghosteen di Nick Cave: album strepitoso per il musicista/scrittore. In questo 2019 raggiunge vette elevatissime probabilmente mai toccate prima. Ispirato dalla morte del figlio, Ghosteen sembra un’enorme preghiera laica, dove la voce dell’ australiano va a confondersi con panorami musicali iper eterei che ti spezzano il cuore.

i,i di Bon Iver: quest’anno è venuto a trovarci in Italia, nel bellissimo castello di VillaFranca di Verona. i,i è un album meno cerebrale rispetto al suo predecessore 22, a Million, ma cento per cento Bon Iver. Ispirato come sempre, costruisce un lavoro che va a mischiare gli esordi con il passato più recente. Rimane stampata in questo 2019 la struggente “Hey, Ma”.

Anima di Thom Yorke: Anche lui è passato in Italia, ma per un mini tour nella penisola, dove ha toccato anche Roma. “Anima” è il suo lavoro individuale più sperimentale e riuscito: lasciato da parte il pop elettronico del passato, scrive un album coraggioso, ansiogeno e paranoico. Il tempo sembra non fermarsi mai per il leader dei Radiohead. Da guardare su Netflix, se ancora non è stato fatto, il corto diretto da Paul Thomas Anderson con Thom Yorke nelle vesti di attore.

Norman Fucking Rockwell! di Lana Del Rey: ennesimo grande disco per l’autrice di Ultraviolence, cantante oramai realizzata in uno  stile che la rende unica e fondamentale nell’universo pop di qualità.

LP5 di Apparat: Sascha Ring con LP5 scrive  un album semplicemente bellissimo. È probabile che non inciderà sullo sviluppo e nei meccanismi della storia della musica, ma poco importa. A ogni ascolto ci si accorge di quanto il musicista tedesco sia bravo. Con quest’ultimo lavoro lo conferma: la bellezza di LP5 è una rarità.

Il nuotatore dei Massimo Volume: se c’è qualcuno, oggi, di veramente indie, quelli non possono essere che i Massimo Volume. Emidio Clementi e soci scrivono un lavoro profondissimo e di forte impatto, ispirati dalla grandezza di John Cheever e del suo Nuotatore. Da riascoltare, i Massimo Volume, per apprezzare ancora una volta la loro bellissima discografia.

Liberato di Liberato: chi è Liberato? Che vuole? Perché il cappuccio? Perché non lo possiamo vedere? È tutta una fregatura. No, non lo è. Questo 2019 è un nuovo punto di svolta per la musica italiana. In Liberato, Napoli si mischia con Jamie XX e SBTRKT. Album notevole coadiuvato dai bellissimi video di Francesco Lettieri.

Smog di Giorgio Poi: itpop sì o no? Forse entrambe. Smog è il suo secondo album e conferma le buonissime impressioni del suo esordio, Fa niente. La psichedelia pop che spazia tra Tame Impala e Mac De Marco ha punti in comune con il mondo creato da Calcutta, ma al tempo stesso ne prende le distanze. Giorgio Poi è il pioniere di un itpop mai accaduto.

Afrodite dei Dimartino: album clamoroso dei Dimartino: Hegel di Battisti e Tame Impala fanno da guida a uno dei migliori lavori italiani degli ultimi cinque anni. Antonio Dimartino si conferma ancora una volta bravissimo poeta e sensibilissimo cantautore. Questo è il suo lavoro migliore e aspettiamo con ansia il prossimo.

Persona di Marracash: la voce campionata di Greta Thunberg che dice “Right Here, Right Now” alla Fat Boy Slim nella canzone, appunto, “Greta Thunberg”, è un’ulteriore testimonianza di come l’impegno, in questi anni, deve essere ricercato più nell’universo hip-hop/rap/trap rispetto a quello canonico pop/cantautorato. Marracash con Persona arriva al suo apice, mischiando questioni private e sociali.